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I videogiochi e la letteratura

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I videogiochi e la letteratura
I libri come fonte di ispirazione
Il settore videoludico invade le librerie
La corrente del Verismo - analogie e differenze
Giovanni Verga - La vita e le opere

I libri come fonte di ispirazione

Con l'ampia diffusione delle aziende sviluppatrici di videogiochi e l'aumento di console e titoli disponibili, ha avuto inizio la pratica di utilizzare le trame di film e libri come base per la creazione di giochi diversi, spesso cercando di attirare i fan della storia e invogliandoli a comprare la versione in videogioco. Esempi lampanti di questo fenomeno sono i titoli della serie The Witcher tratti dalla Saga di Geralt di Rivia dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, il mondo di BioShock che prende spunto dai romanzi di Ayn Rand o i personaggi di Dante's Inferno derivati direttamente dalla Divina Commedia.

Il settore videoludico invade le librerie

Dagli anni Novanta i reparti marketing delle aziende hanno invertito la rotta, pubblicando alcuni libri che raccontano le vicende narrate nelle trame di videogiochi create dalla fervida immaginazione degli sviluppatori. Negli ultimi anni la serie di libri basata su videogiochi che ha avuto più successo, anche tra i non amanti del genere, è quella di Assassin's Creed, dove i protagonisti sono membri della setta degli assassini in varie epoche storiche. La trama si svolge principalmente all'interno delle immagini ricavate dall'Animus, macchinario in grado di estrarre i ricordi di un antenato e proiettarli. Il soggetto è in grado così di acquisire le abilità e le informazioni che il suo antenato assassino era riuscito ad ottenere. Lo stile di scrittura delle scene è impersonale, come se gli autori fossero davanti ad una scena e la stiano raccontando nei minimi dettagli, senza aggiungere considerazioni o pensieri. Questo stile ricorda molto il Naturalismo e, più in particolare, il Verismo di Verga.

La corrente del verismo - analogie e differenze

Proprio come l'autore di Rosso Malpelo, i romanzi tratti dai videogiochi utilizzano la tecnica del racconto impersonale per dare la sensazione al lettore di essere presente all'interno della scena ed assistere all'azione, come lo spettatore di un film. Anche il linguaggio utilizzato rispecchia il periodo in cui è ambientata la vicenda, con espressioni tipiche dell'epoca. Il registro cambia in base al ceto sociale dei personaggi e al contesto della scena, mantenedo però sempre un linguaggio chiaro e comprensibile al lettore. Tra le differenze più evidenti con il verismo, troviamo la lotta per la vita. Nella maggior parte dei romanzi di Verga i protagonisti sono umili braccianti che lavorano per poter racimolare qualche moneta e sopravvivere un altro giorno, mentre quelli dei romanzi videoludici non lottano per la propria vita, ma spesso la mettono a rischio per raggiungere il proprio obiettivo.

Giovanni Verga - La vita e le opere

Verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di proprietari terrieri. Frequentò la scuola privata di Antonino Abate, da cui nacque la sua passione per la letteratura e la politica. Il suo primo romanzo fu Amore e patria, di stampo patriottico e risorgimentale. Frequentò la facoltà di giurisprudenza senza concluderla e aderì all'impresa dei Mille in Sicilia come Guardia nazionale. Fondò il settimanale Roma degli italiani e scrisse il romanzo storico-patriottico I carbonari della montagna. Nel 1863 pubblicò il romanzo breve Sulle lagune, ambientato a Venezia durante la dominazione austriaca.
Nel 1865 fece un viaggio a Firenze dove produsse il primo romanzo "mondano": Una peccatrice. Nel 1869 si trasferì nel capoluogo toscano, iniziò a frequentare i salotti intellettuali e strinse amicizia con Luigi Capuana, critico del giornale La Nazione.
Nel 1872 si trasferì a Milano dove conobbe la Scapigliatura e il Naturalismo francese. Due anni dopo scrisse il bozzetto Nedda, ambientato nel mondo popolare siciliano, che alimentò l'interesse di Verga per le novelle e la sua conversione al Verismo, di cui il primo racconto verghiano è la novella Rosso Malpelo della raccolta Vita dei Campi del 1880 (9 novelle tra cui L'amante di Gramigna, Cavalleria rusticana, La Lupa, Jeli il pastore). Nel 1881 scrisse I Malavoglia, primo di cinque romanzi del ciclo dei Vinti, rimasto incompiuto, successivamente scrisse le Novelle rusticane. Nel frattempo I Malavoglia ebbero successo solamente all'estero, mentre Cavalleria Rusticana ebbe successo come spettacolo teatrale. Dopo il 1884 Verga visse tra Milano, Roma e la Sicilia, scrivendo il secondo romanzo del ciclo dei Vinti: Mastro don Gesualdo.
Nel 1893 lasciò Milano e tornò a Catania, dove si allontanò dall' ambiente letterario. Scrisse il primo capitolo della Duchessa di Leyra, terzo romanzo del ciclo dei Vinti. Col passare del tempo divenne sempre più conservatore emorì a Catania nel 1922.